La tirannia dell’affetto obbligato e la rivincita del rispetto.
"Bacia tua zia!", "Dai un abbraccio a nonno!". Quante volte i bambini si sentono obbligati a gesti d’affetto forzati, quasi fossero monete per comprare approvazione familiare? E quante volte gli adulti si trincerano dietro la scusa del “è solo un bacio” per ignorare il confine tra affetto autentico e imposizione?
L’affetto non si ordina, si merita. Non è un atto dovuto, ma un dono spontaneo che nasce dal rispetto, dalla cura e dalla connessione autentica. Forzare un bacio o un abbraccio significa insegnare che l’amore è una transazione, non una scelta libera. E poi, diciamolo: se devi chiedere un bacio, non l’hai guadagnato.
Riflettiamo: cosa insegniamo ai più piccoli con questa pretesa mascherata da tradizione? Che il loro corpo e i loro sentimenti non contano? Che l’affetto è una performance per compiacere gli altri? Forse è ora di cambiare copione.
Il rispetto non si mendica, si costruisce. E un “bacio” che arriva spontaneamente vale cento volte di più di quello estorto. Questa è l'educazione sentimentale che dobbiamo ai nostri figli.
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